PITTS S1-S RED DEVIL

(Quarta parte)

 
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Conosco S. Wurm l’ho visto alla Ferté Alais fare follie col suo biplano nero e pensare che e’ solo da 3 anni che pilota i modelli, non c’e’ che dire e’ nato con una dote particolare !!!! Un biplano vuol dire 2 ali da mettere a punto e la cabana che sorregge l’ala superiore e’ sempre un po delicata da mettere nell’esatta posizione

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Difatti, un lavoro lungo e complicato è stato l’esatto posizionamento della cabana che sorregge l’ala superiore. Ho impiegato un week end per questa operazione giacchè bisogna dapprima reperire un locale adatto ove poter lasciare il modello assemblato per lungo tempo. Dopo aver controllato ripetutamente le incidenze e la generale simmetria del modello ho fissato il tutto. Nel libretto d’istruzioni nulla era spiegato a tal riguardo ed infatti, per sapere le incidenze delle due ali e del piano di coda, ho contattato direttamente il produttore. Recentemente ho appreso che negli ultimi kit prodotti sono state aggiunte delle dime in legno che consentono l’assemblaggio evitando l’uso dei misuratori, accluse anche delle foto esplicative dell’operazione. La successiva fase è stata quella di fissare i montanti esterni delle ali. Anche questa è un’operazione delicata che richiede moltissimo tempo poiché bisogna prestare la massima attenzione nel non svergolare le velature.

D:

A questo punto non ti restava altro (si fa per dire !) che intelare e verniciare il modello

R:

La struttura lignea è stata verniciata con una leggerissima mano di vernice poliuretanica gialla. Così facendo s’isola parzialmente il legno dagli agenti atmosferici e rende gradevole il modello quando si guarda all’interno. Il tutto con un minimo aggravio di peso. Il modello è stato ricoperto con ben 20 ml del tessuto termoretraibile denominato Oratex. In un primo momento volevo rivestirlo con dell’Oracover colorato per evitare la verniciatura. Ciò però non avrebbe consentito un buon lavoro (non sono un mago del ferro da stiro) in particolare modo nei punti “difficili” quali, ad esempio, l’uscita della cabana dalla fusoliera. Comunque avrei dovuto verniciare le parti in fibra e quelle metalliche. Ho pertanto optato per L’Oratex bianco successivamente verniciato. Con garanzia dell’omogeneità del colore con le parti in fibra di vetro e metalliche. La vernice poi “blocca” il tessuto e, nel caso in cui s’allenti, una scaldata con un asciugacapelli  ripristina lo status quo ante.

   

Prima di procedere alla verniciatura ho pulito tutte le superfici con del diluente anti silicone. Un week end è stato necessario per mascherare i punti che non dovevano essere verniciati.Dopo circa 300 ore di lavoro ero pronto per la verniciatura.

 

Grazie alla disponibilità di un amico carrozziere e numerose “suppliche” ho potuto utilizzare il suo “forno”. L’intero modello è stato verniciato con due leggere mani di vernice poliuretanica bicomponente rosso corsa “Ferrari”.

   

D:

Ovviamente un modello del genere e’ pieno di scritte di sponsors, come hai risolto il probrema delle decals tenendo conto che non erano incluse nel kit?

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Riportato il tutto a casa dovevo scegliere il metodo con cui fare le enormi scritte che riproducono i marchi degli Sponsors.  Verniciarle (previa creazione delle maschere) dilatando ancor di più i tempi di costruzione oppure ritagliarle da materiale adesivo?Dopo un attenta valutazione, ho deciso di scartare la verniciatura ed utilizzare il materiale adesivo. Marco Fedon http://digilander.iol.it/swift/marcoweb.htm realizza all’occorrenza (con qualità professionale) qualsivoglia tipo di scritta, logo o disegno giacché possiede una macchina ad hoc per il taglio di questi prodotti. Nutrivo qualche dubbio sulla tenuta, nel lungo termine, degli adesivi visto anche che la superficie di contatto non è perfettamente speculare. Tuttavia Marco mi rassicurò del risultato poichè il Piper PA 18 dell’amico comune Mario Amato le utilizza; sono state applicate sul medesimo tipo di fondo e, dopo alcuni anni, sono ancora al loro posto.

   

D:

Il modello e’ finito, montato, bisogna adesso bilanciarlo staticamente…

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Discorso a parte merita il bilanciamento statico del modello. Il baricentro così come indicato dal progettista, cade in prossimità del bordo d’entrata della semiala inferiore. Di certo, per la verifica, non potevo sorreggere il modello con il classico sistema delle due dita a causa del peso e della fragilità della zona di contatto. All’uopo ho costruito una sorta di culla su cui sono incernierati due supporti dotati di una superficie d’appoggio tale da evitare danni al modello. I tre pacchi batterie (due per l’impianto radio ed uno per il motore) sono stati ubicati per favorire il centraggio. In pochi giorni di febbrile lavoro la macchina era pronta al volo.

   
  quinta parte