PITTS S1-S RED DEVIL

(Terza parte)

 
 

D:

E le marmitte ? Tutti i modellisti che si accingono a costruire una riproduzione fedele hanno tre problemi principali:

·        Fare in modo che la marmitta non si veda e nel caso che si veda che sia piu’ possibile fedele all’originale

·        Fare in modo che il motore non sia penalizzato nel caso si installi una marmitta di realizzazione personale

·        Fare in modo che il rumore emesso sia consono con i regolamenti.

R:

Era mia intenzione, viste le pregresse esperienze con le marmitte a barilotto, installare il motore con due risonanze per avere tutta la potenza disponibile ben sapendo che ciò avrebbe dilatato ulteriormente i tempi di costruzione. Una marmitta a risonanza, correttamente installata, può aumentare le prestazioni anche del 30% (dipende anche dal tipo di motore). Ciò avrebbe comportato una radicale riprogettazione degli spazi interni della fusoliera poiché il tratto finale degli scarichi è posto al di là del bordo d’uscita delle semiali inferiori.Per determinare l’esatta lunghezza dell’impianto silenziante, ho costruito un banco prova fissato successivamente ad un muro all’esterno della mia abitazione. Montata l’elica che ritenevo idonea al volo, contagiri alla mano, ho determinato, dopo diversi tentativi, quella che, con buona approssimazione, doveva essere l’esatta lunghezza del complesso. Grazie a questa misura ho costruito i condotti, che, collocati all’interno della fusoliera, ospiteranno le risonanze. Tubi ricavati avvolgendo su di un cilindro a perdere di polistirolo del trinciato di obece (quello utilizzato per ricoprire le ali di polistirolo) il tutto avvolto con tessuto di vetro da 42 gr/dmq. La curva finale dello scarico è costruita utilizzando uno stampo a perdere in polistirolo su cui sono stati laminati alcuni spezzoni di tessuto di vetro. Fatto ciò ho individuato l’esatta posizione dell’insieme all’interno della fusoliera e modificato le ordinate interne all’occorrenza. Le risonanze, a modello finito, saranno inserite nei predetti condotti e tenute in posizione da alcuni spezzoni di tubo di silicone infilati a pressione che fungeranno da distanziatori ed assorbiranno, in parte, le nocive vibrazioni.

   

D:

All’inizio hai detto che la realizzazione di un kit di questo genere a parte il suo costo ha altri costi che devono essere aggiunti, il kit c’e’, il motore anche adesso occorreva trovare un impianto radio degno di tale nome e soprattutto sicuro…..

R:

Per l’impianto radio ho utilizzato, per le parti mobili, dei servi digitali Multiplex; un sistema a doppia ricevente ognuna alimentata da un pacco batteria da sei elementi da 2000 ma/h. L’utilizzo del sistema a doppia ricevente offre maggiori garanzie di poter riportare indenne il modello a terra in caso d’avarie ed aumenta la sicurezza anche nei confronti di terzi. Nei principali raduni internazionali che si tengono all’estero, (tra i tanti la Ferté Alais) é oramai d’obbligo adottare questo sistema pena il divieto di portare in volo l’aerodina. Tutte le prolunghe sono autocostruite con conduttori d’adeguata sezione e, per i contatti, ho utilizzato le spine con chiusura di sicurezza commercializzate dalla Jet’s Models di Elpidio Mancinelli. Ad ogni prolunga è stato applicato un filtro passivo toroidale anti disturbo stante l’elevata lunghezza delle stesse. Ho utilizzato altresì degli interruttori assai robusti che fossero in grado di sopportare amperaggi moto elevati. Le riceventi sono state fissate su di una piastra vincolata alla struttura interponendo quattro piccoli silent block. Un servocomando standard comanda l’acceleratore del motore mentre un altro interviene sull’arricchitore della miscela permettendo così lo spegnimento del motore in ogni frangente. Per alloggiare le batterie (due per l’impianto radio ed una per l’alimentazione della centralina elettronica del motore) è stato creato un tunnel passante tra le ordinate della fusoliera, permettendo non solo il loro facile asporto dopo ogni sessione di volo ma anche il loro posizionamento per facilitare il centraggio statico del modelllo.

   

D:

Caspita !!! Mi pare che hai anche adottato una furbata per quanto riguarda il serbatoio

R:

Tra il serbatoio ed il carburatore è stato interposto un piccolo filtro benzina di quelli comunemente usati per i motocicli. Permette di depurare al meglio la miscela e crea una piccola camera di “compensazione” utile ad evitare pericolose smagrate quando il livello del combustibile diminuisce nel serbatoio. Un semplice filtro aria, di quelli installati sui motocicli e’ installato sul carburatore, pulisce l’aria in ingresso, riduce il rumore prodotto dall’aspirazione ed evita noiosi imbrattamenti all’interno della fusoliera nel caso in cui vi sia la fuoriuscita di qualche goccia di carburante dal carburatore.

D:

Ottima soluzione quella per il serbatoio ed il sistema di compensazione ma parlaci degli altri particolari che hai modificato e/o sostituito

R:

Il carrello posteriore è stato sostituito giacchè lo ritenevo non confacente alla caratteristiche del modello e sostituito con uno stampato in fibra di carbonio reperito sul mercato. Il ruotino posteriore é comandato tramite due cavetti d’acciaio vincolati alla squadretta del servo che aziona il timone verticale, interponendo un sistema a molla per assorbire eventuali indesiderati colpi. Il comando del timone verticale è quello classico mediante tiranteria pull pull in cavi d’acciaio. Sulla squadretta del servocomando è stata installata una puleggia scanalata che permette d’evitare che uno dei fili s’allenti durante il movimento.

   

 

La naca motore è stata divisa in due parti lungo la linea di giunzione degli stampi. Lavoro lungo e complesso ma permette d’intervenire sul motore senza dover ogni volta smontare l’ogiva, l’elica e tutta la naca con la miriade di viti connesse. Sulle fiancate ho posizionato dei flabelli in alluminio stampato per permettere una migliore evacuazione dell’aria All’interno della fusoliera ho posizionato un semplicissimo sedile movibile in compensato cui è stato vincolato un simulacro di pilota mezzo busto in scala prodotto dall’inglese AH Desing. Un cruscotto movibile nasconde alla vista dello spettatore parte dell’impianto radio. Il progetto originale prevedeva che l’unica apertura per accedere all’interno della fusoliera, fosse quella ottenuta asportando la parte posteriore della capottina rendendola apribile come l’originale. Non ho ritenuto adeguata detta soluzione poiché lo spazio fruibile era veramente minimo richiedendo doti di contorsionista all’operatore. Inoltre il sistema di scorrimento tramite due guide in plastica, fornite nel kit é, a mio modo di vedere, precario, con l’andar del tempo, non lo ritenevo affidabile. Ho preferito rendere asportabile l’intera canopy svitando quattro semplici viti aumentando così lo spazio utile. All’European Model Meeting tenutosi quest’anno a Trento ho notato che Stefan Wurm nel suo Pitts S1-S del medesimo produttore (ma da 3,10 ml!), ha reso asportabile anche la parte che sorregge l’intera capottina.

  quarta parte