PITTS S1-S RED DEVIL

(Prima parte)

 
   
 

Intervistatore:

Natale NOVELLO

Intervistato:

Enry ALTOE’

Premessa:

Purtroppo non ci e’ possibile mostrarvi la totalita’ delle foto inerenti alla costruzione del modello perche’ sfortunatamente un maledetto virus ha distrutto l’archivio foto di Enry, tuttavia, qualche foto si e’ salvata ed e’ inserita nella presente intervista. Enry ha gia’ in cantiere un altro superbo modello (di cui tratteremo in una prossima intervista ) che sicuramente fara’ volare alla Ferté Alais e a questo proposito  mi ha assicurato  che questa volta non si fara’ fregare da un virus ! 

D:

Ciao Enry, dimmi, dov’e’ accaduto il colpo di fulmine ?

R:

Alla manifestazione area “La Comina” tenutasi in provincia di Pordenone, ho potuto ammirare da vicino il Pitts S1 TGM full size del milanese Giorgio Marangoni meglio conosciuto, nel circuito degli airshow, come “quello del Pitts indiavolato”. In me è nato immediatamente il desiderio di costruire un modello di questo fantastico biplano acrobatico che, nonostante gli anni, ha sempre un fascino irresistibile.

 

D:

Allora via alla ricerca del Kit !

R:

Da subito è iniziata la ricerca di un kit di montaggio e, grazie alla disponibilità di un amico, ho potuto toccare con mano il kit del Pitts S1-S prodotto dalla tedesca Practical Scale di Tony Clark. Ho scartato però detta realizzazione, nonostante l’ottima qualità del prodotto, giacché ritenevo il modello (1,80 ml circa) troppo piccolo. Tuttavia ho fotocopiato il dettagliatissimo disegno costruttivo utilizzandolo poi come paragone con quello di cui parlerò nel prosieguo.

Se vi interessa, al sito http://www.fmsco.de/baufortschritt.htm potete trovare una interessante analisi,passo dopo passo, pertinente la realizzazione di questo bel modello.

 

D:

Da quanto mi pare di capire pero’ non eri soddisfatto del frutto delle tue ricerche….volevi qualcosa di piu’ come dire….sostanzioso…

R:

Infatti ! Desideravo realizzare qualcosa di più “sostanzioso” poiché avevo un motore ZDZ 120 cc. a benzina che dormiva in un cassetto...

   

L’amico Marco Fedon mi fornì l’indirizzo U.R.L. dell’Exclusiv Modellbau (http://www.emhw.de) che commercializza un kit di legno del Pitts Special S1-S da 2,43 ml d’apertura alare…..la misura agognata…

 

D:

A questo punto penso che tu eri al settimo cielo !

R:

L’euforia iniziale ben presto si placò non appena mi resi conto che il prezzo d’acquisto doveva essere maggiorato delle spese di trasporto e molto altro. Ricordo che l’acquisto della scatola di montaggio è solo il punto di partenza, bisogna aggiungere il motore, sistema di scarico, un impianto radio di prima qualità e tanti  costosi accessori.

 

D:

Quindi ti sei dato una calmata e…

R:

Decisi di cercare dei disegni costrutti partendo perciò da zero ma, gli unici reperibili, per quanto di mia conoscenza, erano quelli Pitts S1-11B Super Stincker dell’americano Wendell Hostetler che però non appagavano il mio gusto estetico.

Recentemente, sul mercato internazionale, si può reperire il progetto del Challenger (un Pitts abbondantemente modificato visibile al sito del mitico pilota americano acro full size Sean Tucker http://www.poweraerobatics.com/ da circa 2,35 ml d’apertura alare prodotto dall’americano Miles Reed. Il progetto finì presto nel dimenticatoio.

 

D:

Di gia’ avevi gettato la spugna ?

R:

Nel marzo 2001, con alcuni amici visitai per la prima volta la fiera di Sinsheim. Un vero paradiso per ogni genere di modellista.

All’ingresso giurai solennemente di non acquistare alcunché ma, dopo dieci minuti, sottoscrivevo un cospicuo assegno.

Appena entrato nell’enorme salone, vidi in lontananza lo stand dell’Exclusiv Modellbau ove troneggiava in bella mostra un Pitts completamente assemblato.

Immediatamente mi gettai a capofitto e, dopo una rapida contrattazione con il titolare della ditta Harald Weiershauser, non curante delle promesse formulate pochi istanti prima, perfezionai l’acquisto.

Quel giorno vagai per gli stand della fiera con il portafoglio ben alleggerito ma con quel sorriso inebetito tipico di colui che non sa in quale avventura si è cacciato.

Giunto a casa aprii il tutto e rimasi alquanto perplesso da tutti quei pezzi di legno che riempivano la scatola e finalmente mi resi conto di quello che avevo fatto. Oramai però il dado era tratto! Un anno di lavoro assicurato, ma tant’è. Il bello del modellismo è anche questo.

  seconda parte