Il 17° Gruppo di Artiglieria di Biscarosse (Francia) e i loro bersagli radiocomandati…
L'articolo e' stato tratto dalla rivista bimestrale Aeromodeles edita dalla FFAM, l'autorizzazione alla traduzione e' stata gentilmente concessa dal
Direttore Generale FFAM
Thierry Bordier

In Francia esiste un gruppo un po' speciale…Sono dei militari aeromodellisti che costruiscono e pilotano dei bersagli radiocomandati . Il gruppo é basato a Biscarosse nelle Lande e si chiama CNEF-LATTA (Centre National d'E'valuation et de Formation de lutte Antiaérienne Toutes Armes)

   

I bersagli radiocomandati…

Agli inizi degli anni 80 a Verdun, il Maresciallo Capo Petitfour ebbe l'idea di usare come bersagli dei modelli radiocomandati per la messa a punto dei sistemi di puntamento, l'idea fu subito messa in pratica ma per rendere futtuoso l'investimento economico era imperativo poter effettuare delle misure per riconoscere il passaggio di un proiettile vicino o sul bersaglio. Il Maresciallo allora installo' sul bersaglio un rilevatore acustico, questo sistema era già utilizzato in Germania quando non era possibile usare i rimorchiatori di bersaglio. Nel 1994 Petitfour installa ufficialmente questo sistema a Biscarosse presso il 17° gruppo di artiglieria, la prima cellula radiocomandata utilizzata fu il Jaguar un RTF taiwanese equipaggiata di un misuratore acustico. Dopo questo felice test l'equipe di modellisti (sempre militari) formata dal Maggiore Valéry Stanghellini e dal Maresciallo capo Frédéric Quesada, comincio' a costruire dei modelli di sana pianta, certo i modelli dovevano essere di facile costruzione, non troppo dispendiosi con un buon rapporto costruzione/durata. Il primo prototipo fu un modello scuola motorizzato con un 6.5 cc. Dopo questo modello occorreva escogitare un "qualcosa" di più veloce e a basso prezzo secondo questi citeri:

  • Lancio a mano senza rincorsa

  • Nessun carrello d'atterraggio

  • Non utilizzare balsa dato il suo costo elevato

  • Installazione di una doppia ricevente e doppia alimentazione

  • Motorizzazione affidabile e potente che permettesse al modello di raggiungere almeno 180 km/h

E' cosi' che nacque lo SQ20 (Stanghellini Quesada 20 dm di ap. Alare) motorizzato da un OS 160 FX e con un peso di circa 7kg per un carico alare di di 60/g cm2. Il modello doveva essere costruito in serie, al gruppo venne fornito uno spazio di lavoro di 500m2 zona ufficio, zona laboratorio fornito di una macchina CNC per il taglio a filo caldo e di una fresa numerica, zona stratificazione e zona verniciatura. Dopo le messe a punto, l'equipe fu in grado di costruire 3 macchine ogni 3 settimane.

     

Le immagini seguenti mostrano il sensore acustico, il primo modello (Jaguar), una "squadriglia" sotto carica ed il montaggio finale prima del volo

   

La zona di tiro…e l'immagine di un bersaglio trainato in volo durante un esercitazione

   
   

La zona di tiro e' situata davanti al mare (sull'oceano Atlantico) ed evidentemente quando si svolgono le esercitazioni la zona e' vietata ad ogni natante…Tutto deve essere efficiente all'istante, i motori dei modelli devono partire al primo colpo… Il tiro comincia non appena il modello raggiunge la distanza di 600/800 dal campo di tiro e viaggia con una traiettoria obliqua rispetto alle batterie di tiro, non appena dato l'ordine di fuoco vengono tirati circa 700 proiettili/minuto verso il bersaglio ma il fuoco non dura che circa 15 secondi, contemporaneamente la postazione di rilevamento è in grado di dare la statistica dei colpi passati vicino al bersaglio…Talvolta il bersaglio viene "intercettato" e allora i nostri piloti rientrano con un ala o qualcosa di distrutto ma comunque si cerca di riportare a terra quel che resta con la speranza di poter riutilizzare qualcosa. Ogni anno sono distrutti completamente circa 20 bersagli……